Ottobre
2023

Compagnia della Luna
La tragicomedia de l'arte di campare

7, 8, 9 ottobre 2023
Ore 11.00 - 18.00 - 21.00
Repliche straordinarie ore 12.00 e 17.00

Compagnia della Luna
La Tragicomedia de l'Arte di Campare
di Gaia Amico
con Gaia Amico, Giulio Macrì, Davide Tortorelli, Naomi Messineo
maschere originali Lemuri Mascherai
Produzione 9c Teatro

Note sullo spettacolo

Compagnia della Luna
La tragicomedia de l'arte di campare


Ma che aspettate a batterci le mani?
A metter le bandiere sul balcone?

Sono arrivati i Re dei Ciarlatani, i veri guitti sopra al carrozzone!


Da dove vengono? Chi son? 

Da dove giungono ognor? 

Son della luna i figli venuti, 

son stralunati, lunosi, lunuti

lunatici oltre ogni modo 

oltre ogni tempo astuti

amanti del teatro 

e del teatrar cornuti. 


La Compagnia della Luna presenta La Tragicomedia de l'Arte di Campare, in tre spettacoli al giorno per tre giorni tra le vie e le strade di Fidenza in occasione di San Donnino e BorgoFood.


Un progetto nato per portare 9c Teatro all'aperto in uno spettacolo outdoor che incontri la gente nelle piazze, nelle vie, nelle strade. Ispirato al lavoro della coppia Fo-Rame, La Tragicomedia de L’Arte di Campare è una giullarata, una pillola di teatro popolare, una piccola satira dei misteri, dove il sacro incontra il profano durante la festa patronale del paese.


 16 ottobre 1943 
La deportazione degli ebrei di Roma

Lunedì 16 ottobre 2023
Ore 11.00
Spazio Berenini 95

16 ottobre 1943
La deportazione degli ebrei di Roma
di Giacomo De Benedetti
Con gli studenti delle classi 2a A Linguistico e 2a B scientifico dell'IISS Paciolo- D'Annunzio
Progetto a cura di Piergiorgio Gallicani

Note sullo spettacolo

16 ottobre 1943
La deportazione degli ebrei di Roma


A ottanta anni dalla deportazione degli ebrei di Roma, 9c Teatro APS vuole rinnovarne la memoria con una lettura condivisa del racconto "16 ottobre 1943" di Giacomo De Benedetti. 


Con gli studenti delle classi 2a A Linguistico e 2a B scientifico dell'IISS Paciolo- D'Annunzio. 

Progetto a cura di Piergiorgio Gallicani.


Lettori: Yasmine Zalalo, Pietro Belli, Giuseppe Verrocca, Tommaso Muli, Bianca Del Nevo, Riccardo Cavalli, Piergiorgio Gallicani, Davide Tortorelli.

 Baccanti 
di Euripide

Giovedì 19 ottobre 2023
Ore 21.00
Teatro Magnani

Baccanti
Esito Conclusivo 9cLAB Scuola
Regia di Davide Tortorelli
Preparazione Attrici e Attori Gaia Amico
Assistente Naomi Messineo
Referente scolastico Riccardo Cavalli
Crediti fotografie Fiammetta Pisani

Con la compagnia di attrici e attori dell'Istituto Paciolo D'Annunzio di Fidenza
Gabriel Meci Agata Pecorari Ami Bamba Aurora Visconti Bianca Delnevo Birjiot Rehal Davide Luciano Dennys Ramirez Diego Arcari Elia Verdelli Eusapia Tiano Federica Santini Flora Nespoli Francesco Monopoli Giada Ronchietto Giulia Vezzosi Hafsa Mzari Lara Cavozzi Leon Negri Matilde Frigeri Oliwia Pastula Riccardo Mattei Rita Peverello Sabrina Tuberti Samira Bamba Sofia Bacciocchi Tommaso Muli Viola Quassi

Note sullo spettacolo

Baccanti di Euripide


Dioniso è vita e morte, gioia e dolore, estasi e spasimo, benevolenza e crudeltà,

cacciatore e preda, toro e agnello, maschio e femmina, desiderio e distacco, ma tutto

ciò nell’immediatezza…

Qui appunto sta l’origine oscura della sapienza. La tracotanza del conoscere che si manifesta in questa avidità di gustare tutta la vita, e i suoi risultati, l’estremismo e la simultaneità dell’opposizione, alludono alla totalità…

Dioniso è quindi uno slancio insondabile, lo sconfinato elemento acqueo, il flusso della vita che precipita in cascata da una roccia su un’altra roccia, con l’ebbrezza del volo e lo strazio della caduta.

Giorgio Colli, La Sapienza Greca


Dioniso è una delle figure più ambigue dell’universo mitologico e religioso dell’antica Grecia.

Il suo culto è legato alla mania, all’ebbrezza, all’estasi, i suoi doni sono il vino e il lenimento degli affanni dei mortali; ma è anche il dio del teatro, in onore del

quale ad Atene si svolgevano i grandi agoni teatrali chiamati appunto le Grandi Dionisie.

È un dio multiforme e dalle mille voci, dalle sembianze maschili e femminili; il dio dell’ambiguità e della contraddizione, del piacere connesso al dolore, della luce inevitabilmente legata all’oscurità, della conoscenza figlia dell’offuscamento della mente, della perdita del sé.


“In Grecia un dio nasce da un’occhiata esaltante sulla vita, su un pezzo di vita, che si vuole fermare. E questo è già conoscenza. Ma Dioniso nasce da un’occhiata su tutta la vita (…) voler essere dentro tutta la vita assieme, ecco, questo suscita Dioniso, come dio onde sorge la sapienza.”


Chi è dunque Dioniso? È la domanda che i ragazzi e le ragazze del laboratorio di teatro di quest’anno hanno provato a porsi. Ma la risposta a cui si è arrivati è che forse non è la domanda giusta. Non è importante capire chi è. Una volta appurato che è presente in noi, la vera domanda da porsi è forse: come accettare in noi la presenza di Dioniso? Dove ci porta la sua possessione? Quando ne siamo stati posseduti? Quando abbiamo voluto cacciarlo? Quando avremmo voluto esserne posseduti? Che distanza c’è fra il desiderio delle cose e le cose stesse? Serve un po’ più di Dioniso in noi? Oppure no? Che significa abbandonarsi nell’estasi?


Tutte queste domande e molte altre hanno condotto i ragazzi e le ragazze durante tutto il lungo lavoro del laboratorio, di cui lo spettacolo non può che essere un assaggio minimo per lo spettatore. “Tu che vuoi vedere ciò che non deve essere visto” è la frase che rivolge Dioniso a Penteo che vuole essere introdotto di nascosto al tìaso delle Baccanti; lo spettatore sembra vivere lo stesso problema. Ci sono “luoghi” del fare teatro inaccessibili allo spettatore, privilegio solo di chi è stato capace di abbandonarsi con coraggio all’assaggio di una piccola follia, per gustare. E godere di un tesoro di esperienze di cui nessuno spettatore, se è solo tale, può e deve accedere. In questo senso capiamo Dioniso come dio del teatro e a lui rendiamo omaggio. [...]