Amleto, uno di noi

Video-documentario

Con: Boris Borlenghi, Gloria Rossi, Awa Ndyaye, Martina Bassi, Licia Testa, Piergiorgio Gallicani e Davide Tortorelli

Drammaturgia e regia: Davide Tortorelli

Riprese e montaggio: RIccardo Pelagatti e Alessandro Bortolotto

Conduttori del laboratorio di lettura: Davide Tortorelli e Piergiorgio Gallicani

Presentato l'1 giugno 2021 al Festival Testo-Pretesto organizzato dal Comune di Fidenza

Un lungo viaggio per riscoprire il grande personaggio di Shakespeare, forse il più grande in assoluto, capace di concentrare in sé tutte le contraddizioni dell'umano, rendendolo più moderno di noi moderni. Le tappe del viaggio sono dettate dal linguaggio, una profonda riflessione sul linguaggio di cui Shakespeare, attraverso Amleto è uno dei più grandi "inventori" di tutti i tempi. Una traduzione nuova che ha dato risalto al linguaggio stratificato, vario, aulico e volgare, poetico e violento, comico e tragico, generico e filosofico insieme. Ma il linguaggio è innanzitutto l'arma più potente a disposizione di Amleto, l'arma di cui è il miglior manovratore, che usa per svelare l'ipocrisia del mondo e sbatterla in faccia ai corrotti e gli ipocriti. L'arma che svela il vero, la più pericolosa, la più temuta, la più folle. Quella degli attori, quella del teatro. Forse Amleto è il più grande attore di tutti i tempi.

Che cosa può raccontare oggi Amleto? Che funzione ha il suo linguaggio? Come agisce sulla realtà? Qual è la sua portata politica? Cosa vuol dire immaginare un Amleto comico?

Tutte queste domande hanno guidato il laboratorio, realizzato durante il secondo lock-down, in piena pandemia, in cui i ragazzi e le ragazze hanno masticato le parole di Amleto, scoprendo che gli appartengono, molto più di quanto pensassero, che possono ispirare i loro desideri, le loro battaglie, le loro rivendicazioni.

Il documentario è stato girato in due giornate all'interno del Teatro Magnani di Fidenza vuoto per la pandemia, inattivo da molto tempo, per mostrarlo al pubblico in tutta la sua meraviglia, anche negli spazi meno convenzionali, ispirati dalle scene dall'Amleto. Si passa dalla platea vuota, al palco, alla graticcia (luogo astratto del pensiero), ai sotterranei (luogo dei pensieri inesprimibili e della prigione della mente)... Stare nel vuoto, per cercare di riempirlo.